Se il coworking fa cultura

Le idee hanno bisogno di radici. E di luoghi dove germogliare. Se “Sette Idee per cambiare l’Italia” si propone di accendere i riflettori sulle energie sommerse del Paese, Talent Garden dimostra cosa succede quando quelle energie incontrano spazi, competenze e visioni capaci di trasformarle in impatto reale. Non un semplice hub o un coworking, ma un ecosistema vivo che, dal 2011, coltiva l’innovazione là dove nasce: tra le persone.

In un tempo in cui la parola “innovazione” rischia di essere consumata dall’abuso, Talent Garden si distingue per la capacità di agire nel segno reale del cambiamento. Lo fa soprattutto investendo nella formazione e costruendo connessioni. Con 19 campus in 10 Paesi europei e una community di oltre 64 mila professionisti, la piattaforma - fondata dall’attuale amministratore delegato, Davide Dattoli - rappresenta oggi un punto di riferimento per chi non solo vuole parlare di futuro, ma anche imparare a costruirlo. I coworking puntano a essere luoghi di contaminazione che possano offrire più di un semplice ufficio condiviso: qui, nell’idea di Dattoli, startup, freelance, professionisti e innovatori si incontrano, si confrontano e spesso avviano collaborazioni.

Accanto al progetto di rafforzare la propria community, Talent Garden punta anche sulla formazione, raccogliendo la sfida che parte dall’allarme lanciato dal World Economic Forum: secondo l’organizzazione internazionale che promuove la cooperazione tra pubblico e privato, entro il 2030 la transizione ecologica e l’adattamento climatico saranno tra i principali motori di nuova occupazione, con oltre 5 milioni di posti di lavoro generati a livello globale. Eppure, la mancata corrispondenza tra domanda e offerta di competenze resta un nodo cruciale. Nel solo biennio 2022-2023, la richiesta di green skill è cresciuta del 22%, ma le figure realmente preparate a rispondere sono ancora troppo poche.

Per questo, la Digital skill academy ha scelto di puntare su percorsi formativi capaci di coniugare innovazione digitale e sostenibilità, due direttrici destinate a diventare indissolubili.

Nel 2024, Talent Garden ha infatti formato oltre 30 mila persone — 5 mila studenti privati e 25 mila professionisti — e per il 2025 prevede di attivare oltre 100 corsi sulle figure più richieste dal mercato.

Secondo l’amministratore delegato, le aziende oggi non possono sfuggire alla spinta legislativa partita dall’Unione europea per le politiche green. Inoltre, «all’aspetto normativo si è affiancato un movimento dal basso, forse il più bello che noi abbiamo percepito dalla nostra community di studenti, quello in cui il cliente finale, soprattutto nelle nuove generazioni, dà quasi per scontato il tema della sostenibilità. Se il tuo lavoro non è sostenibile, non sei più adeguato», afferma Dattoli. «Questo crea un grande stress nelle aziende perché si trovano davanti a una parte normativa imposta dall’alto e a una parte che viene dal basso, ovvero le richieste dei clienti, che spingono, quindi, verso un totale ridisegno del modo di operare all’interno del mercato. Perciò, servono competenze verticali e specifiche che si possano inserire nei diversi ruoli e nelle diverse funzioni aziendali».

Per quanto l’aspetto della sostenibilità sia imprescindibile, non si può non tenere conto anche dei rapidi sviluppi che avvengono nel mondo della tecnologia, soprattutto con l’implementazione dell’intelligenza artificiale. «Ogni lavoro all’interno dell’azienda avrà una parte basata sull’intelligenza artificiale. Per questo noi abbiamo corsi specifici per chi sviluppa l’AI, così come abbiamo corsi per chi deve utilizzarla ogni giorno, qualsiasi mansione svolga». La chiave, racconta Dattoli, è sempre considerare nell’insieme i vari fattori che modellano il futuro: «Vediamo sempre più intersecarsi i mondi della tecnologia, della sostenibilità e le istanze delle nuove generazioni. Ogni azienda, nel pianificare il proprio percorso, deve tenere conto di questi tre vettori».

Accanto ai percorsi per singoli professionisti, come il Sustainability Management Master, l’academy di Talent Garden ha costruito un’offerta su misura per le aziende, con un vario e diversificato ventaglio di programmi. Tra questi, ad esempio, “Tech For Good”, che esplora le potenzialità delle tecnologie emergenti nel generare impatti positivi su ambiente e società, oppure “Diversity, Equity & Inclusion”, percorso pensato per chi vuole rendere l’inclusione un pilastro strategico della propria impresa. O, ancora, “Data & Communication”, dedicato all’analisi e alla valorizzazione dei dati Esg. Perché, conclude Dattoli, «la sostenibilità non è solo una scelta etica. È una chiave di competitività. Un terreno dove impresa, innovazione e responsabilità sociale possono - e devono - incontrarsi».

Talent Garden è partner del progetto de L’Espresso “Sette Idee per cambiare l’Italia”. Stringiamo, con le menti più innovative, un’alleanza. Facciamo incontrare chi immagina e chi realizza il futuro. Chi ha le idee e chi ha gli strumenti per farle crescere. Perché il cambiamento non si improvvisa, ma si prepara, si coltiva e si accompagna.