Quando la fotografia diventa tattile

Le dita scorrono lente sulla superficie, avanzano con curiosità, esitano, tornano indietro, si soffermano su una curva, indugiano su un rilievo. Poi un dettaglio: il profilo di un volto, forse un paesaggio o un animale. Nessun colore, solo materia e rilievo. Una donna si ferma, respira piano e dice: “Non ho mai visto una fotografia. Oggi l’ho toccata. E ho pianto”. È l’emozione quella che racconta meglio di qualsiasi slogan cosa significhi World Unseen, il progetto con cui Canon sta riscrivendo il modo in cui percepiamo la fotografia.

Un gesto visionario e profondamente umano: trasformare l’immagine in qualcosa che non solo si guarda, ma si vive, anche quando non si vede. World Unseen nasce da una domanda semplice: può la fotografia essere inclusiva e accessibile anche per chi non può affidarsi alla vista? Canon ha risposto con la tecnologia, senza dimenticare il cuore, progettando una mostra che rende le immagini accessibili a persone non vedenti e ipovedenti attraverso stampe tattili in rilievo, testi in braille, descrizioni audio e atmosfere sonore immersive. Ogni scatto diventa una micro-narrazione da toccare, ascoltare, immaginare. Il risultato è una forma d’arte nuova, che coinvolge tutti i sensi e emoziona profondamente ogni visitatore, vedente o meno.

Le immagini vengono stampate per diventare superfici narrative. Dietro ogni superficie esplorabile con le dita c’è una tecnologia che plasma l’inchiostro come fosse rilievo, modellandolo strato dopo strato fino a creare texture e profondità tangibili. Sono le stampanti Arizona e il software PRISMAelevate XL di Canon a dare forma concreta a ciò che prima era solo immagine, trasformando la stampa in una vera esperienza tattile.

“Era una spiaggia. L’ho sentita sotto le dita: la curva delle onde, la sabbia ruvida. Ho chiuso gli occhi, anche se li avevo già chiusi da una vita”, racconta un visitatore ipovedente. Frasi come questa, raccolte in ogni tappa europea del progetto, restituiscono il senso di una mostra che apre esperienze. World Unseen è un luogo dell’anima, dove si entra in contatto con l’immagine non solo come spettatori, ma come partecipanti.

Anche in Italia, World Unseen ha lasciato un segno profondo. La tappa romana, ospitata nella Biblioteca della Camera dei deputati “Nilde Iotti” con il patrocinio dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti e della Croce Rossa Italiana, ha portato il tema dell’inclusione culturale nel cuore stesso delle istituzioni. Il valore reale della mostra si coglie quando vedenti e non vedenti vivono la stessa immagine, in modi diversi, ma ugualmente autentici. È successo quando due mani si sono posate sulla stessa fotografia: una per vedere, l’altra per sentire.

Il progetto assume anche un valore educativo profondo, raccontando a bambini, insegnanti e famiglie che la disabilità non è una distanza da colmare, ma un’opportunità per immaginare nuove strade. Come quella percorsa da Eric, giovane ipovedente che per la prima volta ha riconosciuto il profilo di un paesaggio urbano, o da Anastasiia, rifugiata ucraina, che ha ritrovato nel volto in rilievo di una stampa il ricordo vivo di casa. O da Marco Andriano, content creator cieco parziale, che ha imparato a leggere le immagini con tutti i sensi a disposizione, scoprendo dettagli nuovi attraverso tatto e audiodescrizioni. O da Krenare di Orbi et Orbi, che ha scoperto la possibilità di realizzare un desiderio intimo: poter “toccare” un’ecografia prenatale e immaginare il volto di un figlio prima ancora di incontrarlo.

Ognuno a suo modo ha lasciato un segno del proprio passaggio. Alcuni con l’inchiostro, altri in braille. Tutti con la stessa intenzione: esserci. World Unseen dimostra come le aziende possano ampliare il concetto di innovazione, trasformandolo in una leva concreta di inclusione culturale. Canon, forte di una tradizione tecnologica nell’imaging, ha ripensato le proprie soluzioni per creare accessibilità: le tecnologie di stampa a rilievo, nate per il settore industriale e creativo, diventano strumento sociale, capace di tradurre le immagini in esperienze multisensoriali.

È l’esempio di un’innovazione che, con visione e strategia, perfeziona i prodotti, rende l’arte un luogo senza barriere e trasforma ogni fotografia in qualcosa di più, un luogo in cui incontrarsi. Come sottolinea Paolo Tedeschi, Head of Corporate Communications di Canon Italia: “perché non può esserci innovazione senza sostenibilità”.

Nelle location in Europa e Medio Oriente dove le installazioni di World Unseen hanno trovato dimora, le fotografie sussurrano, chiedono di essere sfiorate, ascoltate, immaginate. Ti guardano anche se tu non puoi guardarle. E se ti lasci toccare, ti insegnano qualcosa che va oltre l’estetica: la bellezza non è mai solo una questione di occhi. “Non ho bisogno di vedere con gli occhi, se posso vedere con tutto il resto di me”. In un mondo sommerso dalle immagini, World Unseen ci invita a riscoprire il senso profondo del vedere attraverso la pelle e le emozioni, ricordandoci che la vera fotografia non cattura solo la luce, ma l’umano.

A cura di Alessandra Montechiaro