Il sapere come infrastruttura

Nel cuore di Milano sta nascendo un luogo dove sapere, innovazione e architettura si intrecciano per dare forma all’università del futuro. È il nuovo Campus MIND della Statale, guidato dalla Rettrice Marina Brambilla.

Professoressa, cosa rappresenta il nuovo Campus?
«È un progetto ambizioso per la Statale, per Milano, per il Paese. Un’infrastruttura della conoscenza capace di attrarre talenti e investimenti, pubblici e privati. Parliamo di un polo che unisce le nostre competenze scientifiche in un ecosistema pensato per la contaminazione dei saperi e la cooperazione tra università, enti di ricerca e aziende innovative».

Quali sono i numeri e le funzioni principali?
«Parliamo di 210.000 mq di spazi dedicati alla didattica, alla ricerca scientifica – compresa la macropiattaforma di oltre 15.000 mq che può ospitare fino a 300 ricercatori – una biblioteca da 1.700 posti a disposizione di tutti e oltre 5.000 mq di aree verdi. Ma soprattutto sarà un campus vivo, aperto alla città e al mondo».

A chi si rivolge questo nuovo insediamento?
«Undici dipartimenti scientifici si trasferiranno integralmente, con l’aggiunta di gruppi di ricerca delle aree biomediche e di alcuni corsi delle scienze della salute. È parte di una visione multipolare che comprende anche il nuovo polo umanistico in costruzione a Città Studi, il campus veterinario di Lodi, il polo montano di Edolo e la storica Ca’ Granda».

Cosa cambia in termini di organizzazione interna?
«Una trasformazione di questa portata richiede una revisione dei modelli organizzativi che stiamo studiando attentamente. Coinvolgerà la governance dipartimentale, l’amministrazione centrale, i servizi agli studenti. La nostra comunità accademica sarà sempre aggiornata, con incontri pubblici e strumenti dedicati».

Dal punto di vista della didattica, quali opportunità apre?
«La vera novità è l’integrazione tra discipline. La prossimità fisica tra laboratori e spazi comuni moltiplicherà le occasioni di confronto. E la collocazione al MIND favorirà il dialogo con imprese, centri di ricerca e istituzioni. Nasce per essere un nodo strategico nel sistema della conoscenza europeo, capace di produrre ricerca avanzata e trasferimento tecnologico».

Il tema della sostenibilità è centrale nel progetto. Quali misure avete adottato?
«Tutte. Puntiamo alla certificazione LEED Gold e a una classificazione A3. Il Campus sarà alimentato al 100% da fonti rinnovabili, con un’efficienza superiore del 24% rispetto agli standard attuali. La sostenibilità è una condizione di partenza. Formare le generazioni future significa anche progettare gli spazi in cui vivranno, secondo principi che rispettano l’ambiente e valorizzano l’intelligenza collettiva».

A cura di Giulia Manzarini