Il mare cambia rotta con intelligenza

Quando si parla di politiche energetiche, il mare è un luogo che resta ai margini dei discorsi. Eppure, oltre a essere fonte di energia, è lo spazio privilegiato per le rotte commerciali: i porti sono l’approdo di merci e persone, le navi il motore invisibile della globalizzazione. Il mare unisce e, per tutelarlo, deve essere centrale anche nei discorsi sulla decarbonizzazione. Sulle banchine, nelle darsene, si sta giocando una delle trasformazioni più importanti per la transizione ecologica.

A imprimere una nuova accelerazione è il sistema ETS (Emission Trading System) dell’Unione Europea, che dal 2024 include anche il trasporto marittimo, responsabile di circa il 3% delle emissioni globali di CO₂. In pratica, ogni nave deve acquistare quote per compensare una parte delle proprie emissioni. Si parte pagando il 40% della CO₂ prodotta, ma la soglia salirà al 70% nel 2025 e al 100% nel 2026. È una trasformazione silenziosa ma radicale. Ogni tonnellata di CO₂ ha un prezzo reale, ogni rotta diventa una variabile economica, ogni nave un sistema da ottimizzare. Non è più solo una sfida ambientale. È anche industriale, tecnologica e finanziaria.

In questo nuovo quadro, i porti diventano snodi energetici. Le navi si trasformano in laboratori galleggianti. E il paradigma si ribalta. Non più solo emissioni in mare aperto, ma riduzione dell’impatto ambientale laddove è più visibile e urgente. In fase di ormeggio, nel cuore delle città portuali. È in questo spazio ristretto e simbolico, tra la banchina e la nave, tra la città e il mare, che si gioca una delle scommesse più avanzate della logistica sostenibile. Non un salto tecnologico isolato, ma l’adozione sistematica di soluzioni che anticipano la normativa e rispondono a un’esigenza concreta: rendere i porti abitabili, le soste silenziose e le operazioni più pulite.

Il Gruppo Grimaldi ha fatto del concetto di Zero Emission in Port una direttrice strategica. Un principio semplice ma dirompente: abbattere le emissioni durante la sosta in banchina, proprio nei punti in cui la vicinanza ai centri abitati rende l’impatto ambientale più acuto e visibile. Per farlo, il gruppo ha equipaggiato sedici navi con Mega Battery Pack al litio da 5 MWh ciascuno – tra i più capienti nel settore. Si tratta di sistemi di accumulo di energia elettrica capaci di alimentare i servizi di bordo senza dover tenere accesi i motori. Nel solo 2023, le batterie hanno fornito energia per 9 GWh complessivi, evitando l’immissione in atmosfera di oltre cinquemila tonnellate di CO₂.

«Uno degli obiettivi intermedi è quello di avere zero emissioni in porto. La nave, al suo arrivo, può affidarsi alle proprie batterie, che hanno immagazzinato energia dal “peak shaving” (la strategia di limatura del picco energetico) – spiega Emanuele Grimaldi, Amministratore Delegato del Gruppo Grimaldi. – Si tratta di una soluzione già operativa, affiancata da pratiche consolidate come il cold ironing, ovvero la fornitura di energia elettrica da terra a una nave ormeggiata mentre i motori a bordo sono spenti.»

E proprio sul fronte del cold ironing, Grimaldi ha fatto scuola. Nel terminal di Barcellona è stato recentemente inaugurato il primo sistema OPS (Onshore Power Supply) del porto, capace di fornire energia da fonti 100% rinnovabili ai traghetti della consociata spagnola Trasmed. Una soluzione che consente l’azzeramento delle emissioni locali e il silenzio acustico durante le soste. Nei porti e nei terminal di proprietà, dalla Spagna alla Grecia, si moltiplicano gli interventi. A Igoumenitsa, in Grecia, il nuovo impianto fotovoltaico da 1,5 MWp garantirà l’autosufficienza energetica giornaliera, mentre il sistema di relamping LED – la sostituzione dell’illuminazione tradizionale con lampade a LED ad alta efficienza e controllo da remoto – ha già ridotto del 50% i consumi per l’illuminazione.

A Salerno e Valencia, infine, si testano veicoli portuali a idrogeno e sistemi di accumulo distribuito per gestire meglio i picchi di domanda. «Stiamo investendo anche nell’autoproduzione di energia tramite pannelli fotovoltaici – racconta Emanuele Grimaldi – installati sui tetti dei magazzini, nei piazzali e persino a bordo, come nel caso delle navi GG5G (Grimaldi Green 5th Generation, ndr), dotate di 350 m² di solare. L’obiettivo è contribuire all’alimentazione delle navi, ma anche rendere più sostenibili i terminal.» La logica è integrata. Tecnologie a bordo, soluzioni a terra, digitalizzazione delle manovre e sistemi di monitoraggio avanzati permettono di ottimizzare i consumi e ridurre le soste. Il risultato è tangibile: dal 2019 al 2024, le emissioni per carico trasportato sono scese dell’11% sulle navi ro-ro (roll-on/roll-off, per il trasporto di veicoli su ruote), del 9% su quelle ro-pax (miste passeggeri e veicoli) e PCTC (Pure Car and Truck Carrier, per il trasporto di auto e camion).

Ma la decarbonizzazione non si gioca soltanto in porto. È in mare aperto che si misura la sfida più complessa. «Le zero emissioni in porto sono più facilmente raggiungibili. La vera sfida del futuro è quella del taglio delle emissioni in mare», afferma Grimaldi. Per affrontarla, il gruppo ha avviato una strategia progressiva di sostituzione dei combustibili fossili convenzionali con miscele a basso impatto ambientale, introducendo in flotta l’uso di biocarburanti avanzati. Accanto ai biocarburanti, il gruppo guarda con decisione anche al metanolo. Le nove nuove navi ro-pax in ordine presso i cantieri cinesi CM Jinling – per un investimento di 1,5 miliardi di dollari – saranno dotate di motori methanol-ready e capaci di ridurre del 50% le emissioni di CO₂ per carico trasportato rispetto alle attuali. Sei unità saranno destinate al Mediterraneo, tre al Baltico, tutte progettate secondo un’idea di comfort, efficienza e sostenibilità. «Il fine ambizioso, da realizzarsi entro la prossima generazione, prevede una sequenza di step intermedi – dall’ottimizzazione dei consumi all’integrazione progressiva di combustibili alternativi – perché allo stato attuale l’elettrico, da solo, non è sufficiente a muovere navi imponenti su tratte intercontinentali.» Grimaldi crede in una transizione fatta di realismo e visione. «Abbiamo investito oltre 600 milioni di euro per rendere più sostenibili le navi esistenti e due miliardi in nuove costruzioni a basse emissioni, con motori ammonia-ready. È una sfida nella sfida. Ma siamo convinti che la redditività possa convivere con la responsabilità.»

A cura di Marco Zorzan