Dove si incontrano scienza e bellezza

In Italia, quando si parla di innovazione, si pensa quasi automaticamente a startup, incubatori o centri di ricerca. Ma c’è un attore, meno visibile e ancora poco raccontato, che sta contribuendo in modo silenzioso ma crescente a rafforzare la competitività del Paese nel lungo termine: i family office. Se ne contano oltre 1.500 nel nostro Paese, con un patrimonio gestito che supera i 450 miliardi di euro. Negli Stati Uniti la cifra supera i 6.000 miliardi di dollari, mentre nel Regno Unito oltrepassa i 900 miliardi di sterline. Numeri che restituiscono la portata del fenomeno e la sua crescente influenza negli equilibri economici globali.

Tradizionalmente legati a famiglie imprenditoriali di lunga data, i family office si sono progressivamente emancipati dalla sola funzione di conservazione del patrimonio, per affermarsi come motori di trasformazione industriale e tecnologica. Accanto alla tutela degli asset familiari, offrono oggi una visione strategica orientata al futuro, sostenendo progetti imprenditoriali innovativi, investimenti ad alto contenuto tecnologico e operazioni capaci di generare valore duraturo. Se negli Stati Uniti sono stati pionieri in ambiti come l’intelligenza artificiale e la biotecnologia, in Italia la loro attenzione si concentra sempre più su sostenibilità ambientale, transizione digitale e rilancio di marchi storici, contribuendo a scrivere una nuova narrazione del Made in Italy.

In questo scenario si colloca LMDV Capital, il family office fondato da Leonardo Maria Del Vecchio, che negli ultimi anni ha costruito un portafoglio articolato, con investimenti selettivi in settori profondamente diversi. Dall’acqua minerale al deep tech, le sue operazioni mostrano un approccio industriale che punta tanto alla rigenerazione di asset simbolici quanto allo sviluppo di tecnologie abilitanti. Due esempi emblematici: il progetto di rilancio di Acqua Fiuggi e l’ingresso nel capitale della startup ESA Nanotech.

Fondata nel 2021 a Parma e oggi controllata al 68% da LMDV Capital, ESA Nanotech si muove in uno dei territori più promettenti ma ancora poco esplorati dell’innovazione industriale: quello dei materiali funzionalizzati. Il suo oggetto di studio è il grafene, da anni celebrato come il “materiale delle meraviglie” per le sue straordinarie proprietà ma rimasto a lungo confinato nei laboratori, prigioniero della sua stessa promessa. ESA, invece, ha trovato la chiave per liberarlo: GLEAM (Graphene Laser Enhanced Automated Machine), una tecnologia brevettata che produce grafene da plastiche di scarto grazie a un processo di termoconversione laser. Senza reagenti chimici e con un consumo energetico di appena 100 watt, GLEAM rappresenta una discontinuità netta in un settore storicamente dominato da metodi costosi e inquinanti. Un salto non solo tecnico, ma culturale: trasformare un rifiuto del passato in un materiale del futuro, coniugando circolarità, efficienza e autonomia industriale.

Nel giugno 2025, ESA ha inaugurato il suo primo impianto industriale al Kilometro Rosso di Bergamo, uno dei principali distretti dell’innovazione in Europa. A completare il progetto, CarbonHub, un polo congiunto con l’Università di Parma, nato per colmare quel vuoto strutturale che in Italia spesso separa ricerca e impresa. L’investimento di LMDV Capital si distingue per dimensione e per impostazione. Non un semplice finanziamento, ma la costruzione di un ecosistema industriale intorno a una tecnologia scalabile, con un impatto trasversale e potenzialmente normativo.

Se ESA rappresenta l’innovazione che parte dalla materia e la valorizza nelle destinazioni possibili, Acqua Fiuggi è il progetto che lavora sull’identità e ne valorizza i valori forti. Un marchio storico che è oggetto di una rilettura contemporanea, culturale e industriale, capace di restituirgli senso e rilevanza. La storia è nota: si racconta che Michelangelo, afflitto da calcoli renali, trovasse sollievo proprio grazie all’acqua di Fiuggi. E che Bonifacio VIII, da Anagni, ne richiedesse botti intere come terapia quotidiana. Un’acqua che per secoli ha accompagnato papi, pittori e viaggiatori, e che oggi si reinventa come simbolo contemporaneo di benessere e stile.

Nel 2024, con l’acquisizione del 72,5% di Acqua e Terme Fiuggi, LMDV Capital ha avviato un piano da oltre 40 milioni di euro in quattro anni, che unisce reindustrializzazione, riposizionamento di marca e sviluppo di nuove linee di prodotto. La produzione è stata aggiornata con tecnologie avanzate, la bottiglia in vetro serigrafato è diventata elemento narrativo, e c’è l’espansione del mondo Ho.Re.Ca.. La rivalutazione di Fiuggi è anche semantica: non è più solo un’acqua dalle eccellenti proprietà organolettiche, ma un elemento di lifestyle. Un prodotto che si inserisce in un linguaggio visivo e culturale contemporaneo, internazionale, capace di dialogare con il mondo del benessere, dell’estetica e dell’ospitalità di alta gamma. Lo testimoniano le collaborazioni con Vogue Italia e con il mondo dell’arte contemporanea.

In parallelo nasce Fiuggi Beauty, una linea di cosmetici e integratori che porta l’acqua “dal bicchiere alla pelle”, in continuità con la sua vocazione originaria alla cura. Anche qui, il family office guida la strategia, costruisce alleanze, ridefinisce governance e linguaggio. Fiuggi torna così a essere non solo acqua, ma segno di un’identità possibile. Un materiale nuovo che nasce da scarti. Un’acqua antica che si reinventa come linguaggio estetico. Due traiettorie opposte che si incontrano nella stessa idea di futuro. Dove la finanza non si limita a finanziare, ma partecipa, struttura e rilancia.

A cura di Cesare Farnelli