Crisi climatica dalla A alla Z

Accordo di Parigi. Trattato internazionale del 2015 che vincola i firmatari ad agire per combattere i cambiamenti climatici. L’obiettivo a lungo termine è impedire che la temperatura media globale aumenti più di 1,5°C entro la fine del secolo, attraverso la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra. Ratificato da 196 Paesi, oggi è in vigore in 195 di essi, dopo il ritiro degli Stati Uniti.

Biodiversità. Secondo la definizione ONU è ogni tipo di variabilità tra organismi viventi, ovvero la varietà di vita sul pianeta. Comprende la diversità biologica entro la stessa specie, tra le specie e tra gli ecosistemi. Non è da confondere con la biocapacità, ossia la capacità di un ecosistema di produrre risorse biologiche, dal cibo al legname, e assorbire i suoi rifiuti (CO₂).

Crisi climatica. Espressione che comprende l’emergenza sociale, umanitaria, politica e ambientale dovuta a eventi meteorologici estremi o irreversibili. Oggi è preferibile a “cambiamento climatico” per il suo carattere di urgenza su questioni cruciali, quali la tutela degli ecosistemi, la salute, i diritti umani e la sicurezza alimentare e idrica.

Desertificazione. Degradazione del suolo fertile per cause naturali o umane. Può essere causata dalla deforestazione, da pratiche agricole intensive o dallo sfruttamento eccessivo di risorse idriche. Oggi è causa di conflitti, sfollamenti forzati, povertà e crisi dell’agricoltura, ma è un processo reversibile attraverso la produzione sostenibile e la riforestazione.

Ecoansia. Neologismo riferito all’impatto della crisi climatica sulla salute mentale, introdotto nel 2018 da uno studio dell’American Psychological Association. È una condizione di paura, rabbia, inquietudine, senso di impotenza e, nei casi più gravi, depressione associata alla crisi climatica e al suo impatto nel prossimo futuro.

Fridays for Future. Movimento internazionale di protesta per la sensibilizzazione sul tema della crisi climatica e la lotta per la giustizia climatica e sociale. Nato su iniziativa di Greta Thunberg, agisce soprattutto attraverso scioperi generali e oggi è il più ampio esempio di attivismo per il clima, a cui si aggiungono anche Extinction Rebellion (XR) e A22 Network, rete di cui fa parte Ultima Generazione.

Greenwashing. Insieme di iniziative di marketing usate dalle aziende per comunicare all’esterno valori ambientalisti e impegno sulla sostenibilità, anche quando questi non corrispondono a un reale sforzo di trasformazione della produzione. Comunemente è definibile come un ambientalismo di facciata, ostentato per attrarre i consumatori più sensibili alla questione della tutela ambientale.

Hygge. Termine danese usato per indicare uno stile di vita che promuove il benessere personale attraverso abitudini sostenibili, come l’uso consapevole delle risorse (dal cibo ai tessuti), il consumo locale a chilometro zero, il rallentamento dei ritmi quotidiani e la valorizzazione degli ambienti domestici in armonia con la natura.

Impronta ecologica. Indice statistico che aggrega i dati relativi al consumo umano di risorse ecosistemiche e li converte in termini di superficie (in ettari globali o gha) necessaria a mantenere tali funzioni. Secondo i calcoli del Global Footprint Network ogni essere umano dovrebbe usare 1,5 gha per mantenere l’equilibrio delle risorse. Solo in Italia la media è già di 4,0 secondo le stime più recenti (2022).

LCA. Acronimo di Life Cycle Assessment, è una metodologia standardizzata, quindi uno strumento usato da aziende, enti pubblici, università e ONG per valutare l’impatto ambientale di un prodotto, di un processo o di un servizio lungo tutte le fasi del suo ciclo di vita: estrazione delle materie prime, produzione, distribuzione, uso, smaltimento o riciclo.

Migrazione climatica. Movimento forzato di persone a causa degli impatti diretti o indiretti dei cambiamenti climatici. Tra le cause più comuni: inondazioni, siccità, uragani, incendi ed erosione del suolo. Secondo le Nazioni Unite e la Banca Mondiale, entro il 2050 il fenomeno riguarderà 216 milioni di persone, soprattutto in Africa sub-sahariana, Asia e nelle isole del Pacifico.

Natura. Insieme degli elementi e dei processi biologici, geologici e climatici con cui si indica ciò che è percepito indipendente dall’intervento umano. Oggi è considerato un termine troppo astratto e a esso si preferisce l’uso di “ambiente”, per non escludere il ruolo attivo e integrato dell’essere umano nell’equilibrio ecologico.

Overshoot day. Data simbolica in cui si stima che l’umanità esaurisca tutte le risorse naturali che il pianeta è in grado di rigenerare in un anno. In Italia è già stato calcolato lo scorso 6 maggio, mentre la stima globale dovrebbe ricadere tra fine luglio e i primi giorni di agosto. È un indicatore informale della non sostenibilità dell’attuale modello economico mondiale.

PFAS. Composto chimico noto come “forever chemicals” o sostanze perfluoroalchiliche, costituito da carbonio e fluoro e particolarmente resistente alla degradazione. È riconosciuto come un inquinante organico persistente, usato in diverse industrie, dagli utensili alla cosmetica, e l’esposizione a esso è stata dimostrata in alcuni casi cancerogena o dannosa per il sistema endocrino.

Quaternario. Secondo l’Unione internazionale di scienze geologiche è il periodo geologico in corso da 2,58 milioni di anni, caratterizzato da estrema variabilità climatica e glaciazioni. Non è ancora scientificamente sostituibile con “Antropocene”, termine informale usato per indicare il periodo influenzato dall’attività dell’essere umano, dalla domesticazione del fuoco fino agli esperimenti nucleari.

Riciclo. Processo di recupero e trasformazione dei materiali provenienti da rifiuti o prodotti di scarto al fine di ridurre l’uso di risorse e l’impatto ambientale degli oggetti. Nei casi in cui i nuovi oggetti assumano un valore economico o una qualità superiore agli originali si parla di upcycling o riciclo creativo e artistico. Viceversa, si parla di downcycling.

Sostenibilità digitale. Uso consapevole delle tecnologie allo scopo di ridurre l’impatto ambientale del settore digitale. Racchiude pratiche individuali, come la pulizia periodica delle caselle email o la limitazione dello streaming in alta definizione, e pratiche aziendali, come l’efficientamento energetico dei data center, che riduce le emissioni di CO₂, o l’eco-design che limita i rifiuti elettronici.

Transizione ecologica. Processo di trasformazione del modello energetico da un sistema basato su fonti fossili (carbone, petrolio e gas naturale) a un sistema di energie rinnovabili (eolica, solare, idroelettrica, geotermica). Implica il passaggio da un’economia lineare a un’economia rigenerativa e circolare.

Urbanizzazione. Concentrazione della popolazione in aree urbane, con conseguente trasformazione del territorio, riduzione della vegetazione e aumento localizzato delle temperature. Nell’ambito della sostenibilità, l’urbanizzazione può ridurre il proprio impatto ambientale attraverso la bioarchitettura, l’efficienza energetica, il design e le infrastrutture verdi.

Vulnerabilità ambientale. È uno dei fattori di calcolo del rischio ambientale per un sistema naturale o umano. Indica il grado di suscettibilità ai cambiamenti climatici in relazione alla capacità del sistema stesso di resistere, adattarsi e riprendersi. È influenzata anche da fattori sociali, come l’accesso ineguale alle risorse.

Zero emissioni nette. Anche noto come Net Zero o neutralità climatica, è l’equilibrio globale tra i gas serra emessi dall’attività umana e quelli rimossi dall’atmosfera. Può avvenire attraverso processi naturali (riforestazione) o tecnologici, come la decarbonizzazione, che mira a produrre meno CO₂ riducendo i combustibili fossili e rinnovando l’industria pesante, l’agricoltura e gli allevamenti intensivi.

A cura di Valeria Verbaro