Coralli in cerca d’autore

Kyosei è una parola giapponese che significa “vivere e lavorare insieme per il bene comune”. Un principio che invita a costruire alleanze capaci di generare valore collettivo. E in un’epoca segnata da instabilità climatica e perdita di biodiversità, kyosei diventa un modo di abitare il mondo. In particolare per Canon che ne ha fatto la propria filosofia di azione per cooperare, condividere, proteggere ciò che ci unisce.

È da questa visione che nasce Coral Matchmaking, un’alleanza visionaria avviata tra le acque dell’Oceano Indiano, dove Canon, Nature Seychelles e Coral Spawning Lab uniscono scienza e tecnologia per tutelare uno degli ecosistemi più fragili del pianeta: le barriere coralline.

Il nome non è casuale. Coral Matchmaking indica un processo scientifico che punta a selezionare e far incrociare tra loro diverse specie di corallo, favorendo quelle con i tratti genetici più resilienti. Una strategia di rigenerazione che ripensa l’intervento umano non come forzatura, ma come alleato evolutivo della natura.

Quando il mare si scalda, i coralli scoloriscono e muoiono. E con loro si spezza l’equilibrio di un intero ecosistema. Nelle Seychelles è già accaduto nel 1998, poi di nuovo nel 2016. Oggi, di fronte a una crisi che si ripete, affidarsi al caso o ai soli metodi tradizionali non è più un’opzione.

«Al momento, stiamo essenzialmente clonando i coralli, creando barriere costituite da specie geneticamente identiche», spiega Nirmal Shah, Ceo di Nature Seychelles. «Ma l’evoluzione si nutre di diversità: i forti, i deboli, i sani e tutto ciò che sta nel mezzo. Grazie a questa collaborazione possiamo finalmente ricrearla, riproducendo i coralli e creando una banca genetica di specie resilienti».

Per la prima volta nell’Oceano Indiano Occidentale, la riproduzione dei coralli viene osservata con una precisione mai raggiunta prima. Merito di una tecnologia d’imaging all’avanguardia, fornita da Canon, che consente di documentare ogni fase del processo, dalla fecondazione alla crescita, con una chiarezza sorprendente.

Ma non si tratta solo di apparecchiature ottiche. Il contributo di Canon è attivo e strategico: formazione tecnica in loco, adattamento dei sistemi imaging alle condizioni subacquee, supporto diretto alla ricerca. Un’alleanza tra innovazione e scienza che trasforma l’osservazione in conoscenza. Fotocamere ad alta definizione e obiettivi macro catturano dettagli invisibili all’occhio umano, trasformando l’immagine in strumento di studio, educazione e sensibilizzazione. Non semplici fotografie, ma narrazioni scientifiche che danno voce a un mondo sommerso, fragile e vitale.

«Coral Spawning Lab si è sempre spinto oltre i limiti della scienza della riproduzione dei coralli», racconta Jamie Craggs, biologo marino e cofondatore del Csl. «La partnership con Canon ci permette di proseguire lungo un percorso di innovazione, combinando la nostra esperienza con una tecnologia capace di rendere visibile ciò che prima restava inaccessibile. Avendo lavorato in precedenza come cameraman subacqueo, conosco il potere delle immagini nel comunicare concetti scientifici complessi e nell’ispirare l’azione».

L’occhio elettronico entra nei laboratori, registra ciò che finora sfuggiva, coglie l’attimo esatto in cui i coralli si riproducono, il ritmo invisibile della loro crescita, le combinazioni genetiche più adatte a sopravvivere in un mondo sempre più instabile. Informazioni preziose, che non restano confinate nei centri di ricerca ma diventano patrimonio condiviso.

L’obiettivo è anche culturale, educativo, collettivo: coinvolgere le comunità locali e il pubblico internazionale affinché comprendano che la salute delle barriere coralline non riguarda solo gli oceani tropicali. Tocca ciascuno di noi, perché intreccia biodiversità, economia, sicurezza alimentare e, in ultima analisi, il nostro stesso futuro.

È in questa prospettiva che Canon contribuisce al progetto, mettendo la propria tecnologia e il proprio know-how al servizio della conoscenza, della sensibilizzazione, dell’azione.

«La nostra collaborazione in questo sforzo innovativo per proteggere le preziose barriere coralline delle Seychelles dimostra il nostro impegno per la biodiversità», sottolinea Peter Bragg, Sustainability and Government Affairs Director di Canon Emea. «Fornendo gli strumenti per vedere, comprendere e condividere la storia delle barriere coralline, speriamo di sensibilizzare il pubblico e consentire alle comunità di proteggere questi ecosistemi vitali per le generazioni future».

In un mondo che cambia sempre più in fretta, la tecnologia può diventare molto più di uno strumento: un ponte tra ciò che vediamo e ciò che rischiamo di perdere. Quando scienza, innovazione e responsabilità ambientale si intrecciano, emerge una visione più profonda del nostro ruolo sul pianeta.

Ed è proprio la filosofia kyosei a indicare la direzione: cooperare, condividere saperi, unire le forze per custodire ciò che ci accomuna. Il mare che respiriamo, il futuro che abitiamo.

A cura di Luca Feriani