

Negli ultimi anni la transizione energetica ha smesso di essere un tema tecnico confinato agli addetti ai lavori per imporsi come priorità politica, economica e sociale. Non si tratta solo di sostituire i combustibili fossili con fonti rinnovabili, ma di ripensare in profondità il modello energetico che sostiene la nostra società, cercando di conciliare le esigenze ambientali con la crescita economica, la competitività industriale e la sicurezza degli approvvigionamenti. È una trasformazione sistemica che coinvolge istituzioni, imprese, comunità locali e cittadini, e che chiama a raccolta risorse, competenze e strumenti operativi nuovi. L’Italia, all’interno delle direttive europee, ha definito la propria strategia attraverso il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima, che fissa gli obiettivi al 2030 in materia di decarbonizzazione, sviluppo delle energie rinnovabili, efficienza energetica e mobilità sostenibile. A rafforzare il quadro normativo è intervenuto di recente il Decreto Legislativo 190/2024, noto come Testo Unico sulle Rinnovabili, pensato per snellire i processi autorizzativi e accelerare l’avvio degli impianti. Si tratta di una misura chiave, che si inserisce in un più ampio disegno di rilancio sostenuto dai fondi del Pnrr e volto a modernizzare il sistema energetico nazionale. Incentivi, bandi e finanziamenti rappresentano un’opportunità concreta per le imprese che intendono investire in questa direzione. Ma tra la definizione di un progetto e la sua realizzazione c’è sempre un passaggio decisivo, spesso invisibile al grande pubblico ma determinante: la garanzia.
Ogni iniziativa sostenibile nasce due volte. La prima su carta, la seconda quando qualcuno si assume il rischio di trasformarla in realtà. Un business plan, un permesso, un piano finanziario non bastano se manca un soggetto disposto a garantire la serietà e la fattibilità dell’intervento. È il ruolo delle fideiussioni assicurative, strumenti che tutelano gli interessi delle parti coinvolte e rendono possibile ciò che altrimenti resterebbe solo un’intenzione. Le fideiussioni non producono energia, ma permettono che venga prodotta. Non sono una tecnologia, ma accompagnano chi può davvero contribuire alla transizione. Offrono un impegno giuridico e finanziario che rassicura enti pubblici, investitori, istituti di credito. E in un Paese dove bandi, concessioni e aste regolano sempre più spesso l’accesso alle risorse rinnovabili, la capacità di garantire un progetto è diventata una condizione necessaria.
Parla Stefano Fischione, Country Manager di Atradius Surety: «La fideiussione non è solo una garanzia formale: è oggi uno strumento concreto per selezionare i progetti credibili. Ogni dossier viene accuratamente esaminato lungo tre assi principali: sostenibilità industriale, solidità economico-finanziaria e coerenza contrattuale. La transizione energetica in Italia è un processo complesso ma necessario per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità ambientale e garantire un futuro energetico sicuro e stabile». Atradius, gruppo internazionale attivo in oltre 50 Paesi, con una divisione dedicata al ramo cauzioni, è tra gli attori che più da vicino accompagnano le imprese italiane nei progetti legati alla transizione. In Italia, il gruppo affianca le aziende che partecipano a gare pubbliche o a progetti finanziati con fondi Pnrr, offrendo soluzioni fideiussorie flessibili e personalizzate, modellate sulle specificità territoriali e settoriali. Il tutto grazie a una rete capillare di oltre 25 agenzie e a una profonda conoscenza dei meccanismi regolatori. Ma la dinamicità del contesto normativo può rappresentare un’ulteriore criticità? Fischione risponde con realismo: «Molte fideiussioni vengono richieste in fase preliminare, quando le autorizzazioni non sono ancora definitive oppure i bandi sono ancora in fase di definizione e le condizioni regolatorie sono soggette ad aggiornamenti e modifiche. Questo ci obbliga a valutare anche il rischio procedurale e l’affidabilità dell’iter amministrativo». In questo scenario, la capacità di lettura anticipata del rischio diventa una competenza centrale per chi opera nel settore. E può fare la differenza tra un progetto che resta bloccato e uno che parte. Sempre più spesso, infatti, la fideiussione è richiesta non solo per garantire il corretto utilizzo di fondi pubblici, ma anche per rafforzare la credibilità del soggetto proponente, in fase di dialogo competitivo o in procedura negoziata.
«Abbiamo seguito progetti in cui la polizza fideiussoria di Atradius ha permesso di sbloccare iniziative sostenibili, consentendo alle imprese di ottimizzare gli investimenti tramite diverse formule di finanziamento e così avviare i lavori. Quando la garanzia è solida, si traduce in fiducia sistemica. Atradius è da sempre riconosciuta come partner affidabile per la sua credibilità nei confronti delle pubbliche amministrazioni con le quali la compagnia ha un costante dialogo. La polizza Atradius è un elemento distintivo sulla sostenibilità dei progetti presentati alla pubblica amministrazione», prosegue Fischione. In molti casi, sono proprio le amministrazioni a chiedere garanzie fideiussorie specifiche per ogni fase: dalla costruzione alla manutenzione, fino agli obblighi ambientali di lungo periodo. La fideiussione diventa così un ponte giuridico e operativo tra soggetto proponente e soggetto autorizzante, contribuendo a migliorare la qualità dell’interlocuzione e la velocità dei procedimenti.
Non tutte le fideiussioni si limitano a garantire l’avvio dei lavori. In molti casi coprono anche la fase conclusiva del ciclo di vita dell’impianto, assicurando la corretta dismissione delle strutture e il ripristino ambientale del sito. È il caso delle polizze per “dismissione impianti”, obbligatorie per legge prima dell’apertura del cantiere. La presenza di una fideiussione credibile non solo tutela l’ente autorizzatore, ma rafforza l’immagine di affidabilità del soggetto proponente, rendendo più fluido l’iter approvativo. In alcuni casi, la garanzia viene estesa anche alla realizzazione di opere compensative a favore del territorio, aumentando il valore sociale del progetto. La fideiussione non è solo un vincolo: è un indicatore di serietà progettuale, uno strumento che aiuta a distinguere tra chi ha una visione di lungo periodo e chi si limita a rispondere a una logica di opportunità.
E guardando al futuro, il ruolo della fideiussione è destinato a diventare sempre più strategico. «Nel nostro lavoro la sostenibilità è diventata componente essenziale dell’analisi del rischio. Ciò significa non solo portare a termine l’impegno preso, ma anche contribuire alla buona riuscita del progetto. La garanzia diventa così strumento imprescindibile di selezione industriale, non più solo di protezione», conclude Fischione. La transizione energetica non si costruisce solo con tecnologie all’avanguardia o politiche ambiziose, ma anche con la credibilità di chi è in grado di sostenerla. E in questo, la fideiussione assicurativa non è più un semplice requisito burocratico, ma un elemento abilitante. È la soglia su cui si misura la solidità di un progetto e, in definitiva, la serietà di chi lo propone.
A cura di Elisa Montari