

C’è una distanza sempre più visibile tra le parole e i fatti. Colmarla è oggi il compito della comunicazione responsabile. I criteri ESG – acronimo di Environmental, Social e Governance – sono passati dall’essere un obbligo formale a un cambio di sguardo. Non più soltanto parametri per la rendicontazione aziendale, ma una nuova grammatica del fare impresa, che richiede coerenza tra valori dichiarati e impatti reali. Le aziende più consapevoli l’hanno capito. Non basta enunciare impegni, bisogna renderli visibili. Non nei report, ma nei territori. Così nascono progetti in cui la comunicazione d’impresa si fa gesto responsabile.
È in questo contesto che si inserisce il lavoro di Outdoora, startup che ha fatto del socialARTvertising il proprio campo d’azione. Un approccio comunicativo che integra l’Arte Urbana con i messaggi del brand, utilizzando tecnologia e media digitali per amplificare impatto e valore. In questa visione, i valori ESG non sono astratti, ma si concretizzano in pratiche operative e scelte progettuali ben precise.
Emblematico, in tal senso, è il progetto realizzato per Big Babol, in collaborazione con Selection Communication & Design, allo skatepark The Spot di Ostia, il più grande d’Europa, restituito alla città attraverso un intervento di rigenerazione, arte urbana e partecipazione collettiva. L’idea è nata dall’incontro tra la filosofia Play Big del brand, un invito al gioco libero, colorato e inclusivo, e una delle realtà più simboliche della cultura street, locale e internazionale. The Spot è da anni un punto di riferimento per le giovani generazioni: spazio di sport, socialità e identità urbana che ha conosciuto anche momenti di degrado e abbandono. Da qui la volontà di restituirgli dignità, valorizzando la sua funzione comunitaria.
Il progetto di Outdoora si è mosso lungo i tre assi della sostenibilità. Dal punto di vista ambientale, l’intervento non ha previsto nuove costruzioni, ma ha riqualificato ciò che già esisteva, riducendo l’impatto sul territorio e applicando prassi in linea con i principi dell’economia circolare. È una rigenerazione che parte dal rispetto del luogo, dall’idea che l’ambiente si valorizza anche attraverso la bellezza.
L’aspetto sociale è altrettanto centrale. Oggi lo skatepark, con la sua nuova veste, continua a perseguire l’obiettivo di essere uno spazio attraversato ogni giorno da adolescenti, famiglie, artisti e sportivi. Un luogo che genera relazioni, identità e possibilità. Il collettivo artistico Art Of Sool, coinvolto da Outdoora e Selection Communication & Design per interpretare visivamente il concept, ha realizzato un’opera immersiva di muralismo urbano (che coinvolge soprattutto il calpestabile del plesso) ad alto impatto visivo e simbolico: un racconto a cielo aperto, inclusivo e vitale, capace di parlare a tutte le generazioni.
Anche la governance è stata parte del processo. L’intervento è frutto di una collaborazione strutturata tra brand, amministrazioni pubbliche, realtà artistiche e comunità locali. Una rete di attori che ha reso il progetto credibile, condiviso, costruito nel tempo. Non un’iniziativa spot, ma un esempio di come la sostenibilità possa diventare sistema.
In questo modo, il marchio non è più solo sponsor, ma attivatore culturale. Parte integrante di una narrazione collettiva che prende forma nella città. A rendere il progetto ancora più potente è stata la sua capacità di generare contenuti autentici. Storie, immagini, video non solo generati da Outdoora ma anche nati spontaneamente dalla comunità che ha vissuto e attraversato lo skatepark trasformato. È qui che il socialARTvertising mostra tutta la sua forza: quando l’arte diventa racconto condiviso, lo spazio pubblico si trasforma in medium e la reputazione si costruisce su segni reali.
The Spot, oggi, è molto più di un luogo rigenerato. È la prova che anche un brand, con il socialARTvertising, può lasciare un’impronta che va ben oltre la visibilità.
A cura di Marta D'alto